
Lo staff della sartoria Carfora di Napoli. Da sinistra, Stefano Masci, socio e manager, i fratelli Pasquale e Biagio Granata, con esperienza presso le più celebrate sartorie di Napoli, il maestro Enzo Carfora, Silvia Grassi, disegnatrice e collaboratrice nella gestione, Fabio Siciliano e Gianmarco Viggiano, che curano il sito sartoriacarfora.it e i social.
Un po’ per le leggi che non li aiutano, un po’ per un’ancestrale gelosia, molti sarti sono riluttanti a mettersi vicino dei giovani cui trasmettere la propria scienza. Così ogni tanto mi giungono, anche dall’estero, accorate richieste di giovani desiderosi di apprendere il mestiere del sarto. Chiedono di essere presentati a qualche maestro, magari dopo aver bussato invano a parecchie porte. Non mi interesso di simili istanze senza aver potuto verificare che l’autore disponga dell’indispensabile corredo di serenità e umiltà e sia spinto da un’autentica passione per la sartoria, non da un vago interesse a diventare manager o stilista.
Non si può affrontare il quotidiano sacrificio di un lavoro artigiano, che non ha sabati né festività sicure, senza essere arsi dal sacro fuoco. Poco più di sei anni fa Enzo Carfora, ventunenne con un futuro assicurato nell’esercizio commerciale di famiglia, mi contattò chiedendomi un incontro che non esitai a concedergli. Educato, modesto, sensibile e sveglio, tutte le carte che mi mostrò erano in regola e in più era facile intuire la presenza di qualche asso nascosto. Appena ne avesse avuta l’occasione, li avrebbe giocati. Speravo solo che fosse dotato anche di quell’abilità manuale che non si può insegnare e senza la quale la voglia di fare può trasformarsi in un hobby, mai in una professione.