Virile essenza

P rofumi, aromi, sentori e fragranze sono le note che compongono la nostra biblioteca olfattiva. Un potente linguaggio di cui abbiamo parlato in una singolare degustazione a Pitti Uomo

Secondo Leonardo da Vinci, il più prezioso e irrinunciabile dei sensi è la vista. Tuttavia, l’olfatto è quello più primordiale, istintivo, direttamente collegato alla nostra anima. Non a caso si parla di «essenze». Tracciando un parallelo artistico, possiamo dunque paragonare la vista alla pittura e l’olfatto alla musica. Dovremmo prestare ben più ascolto alle nostre narici, alla stregua di quanto fanno gli animali. Un concetto che abbiamo voluto onorare con una singolare degustazione, svoltasi nella tradizionale lounge di Arbiter a Pitti Uomo, alla fiorentina Fortezza da Basso. A guidare la platea di una trentina di ospiti c’era Marco Tonelli, collaboratore della nostra enoica testata Spirito diVino. «La mente ricorda i profumi di una vita, come una biblioteca olfattiva a cui attingere», ha esordito Tonelli, che per l’occasione ha selezionato cinque fragranze d’autore ispirate al mondo maschile, basate soprattutto sul cuoio, e in parte sulle stoffe, le quali hanno dei propri sentori che però sono difficili da rendere in profumeria, eccetto la lana bagnata. «C’è chi usa il profumo, chi no, chi ne mette poco, chi tanto, chi lo preferisce sulla pelle, chi sui vestiti. Il cuoio nasce come essenza femminile, poi si è diviso in infinite declinazioni. Infatti la tecnica si è molto evoluta: un tempo per l’estrazione si usava grasso animale, oggi gas e solventi. Il profumo ha un suo sviluppo olfattivo, assume una connotazione unica quando lo mettiamo sulla nostra pelle». Naturalmente l’uomo e la donna che amano vestire con pertinenza scelgono profumi diversi da utilizzare a seconda della stagione, della giornata, dell’occasione. Ma vediamo le cinque fragranze degustate.

Penhaligon’s Sartorial, che replica i sentori di una sartoria: dai tessuti ai metalli delle forbici (100 ml, 120 euro, penhaligons.com)

Penhaligon’s Sartorial, del 2010, racconta di una sartoria. Il «naso» Bertrand Duchaufour, inglese di origini francesi, si rinchiuse da Norton & Sons, di Savile Row, annusando sgabuzzini, stoffe, canfora, macchine da cucire, forbici, gessi. Molto presenti note speziate e balsamiche ma anche sensazioni più dolci di legni cerati, una nota fredda di metallo data dal patchouli.

Serge Lutens Daim Blond, il più apprezzato dalle donne durante la degustazione (75 ml, 190 euro, sergelutens.com)

Serge Lutens Daim Blond è un cuoiato gourmand creato nel 2004, appartenente al marchio Shiseido. Ricorda il cuoio spagnolo, floreale e agrumato. Non va mai sul dolce, ma su un dolce-amaro come di mandorla, infatti una delle sue note principali è il nocciolo dell’albicocca, sul polveroso per la presenza della radice di iris e su sentori di cuoio quasi scamosciato. Tutto è completato da una nota di eliotropo, fiore violaceo dalla leggera sensazione di cuoio dolce. Da segnalare che è stato il più apprezzato dalle donne presenti all’incontro.

Knize Ten, che esplora tutte le declinazioni possibili del cuoio, dalla parte floreale fino a quella bruciata e quasi tabaccosa (125 ml, 90 euro)

Knize Ten, classico cuoiato del 1935. Ten indica l’handicap migliore nel gioco del polo. Creato da due mostri sacri della profumeria, Roubert e Coty, è molto complesso e perlustra tutte le declinazioni possibili del cuoio, dalla parte floreale fino a quella bruciata e quasi tabaccosa.

Robert Piguet Bandit, che ricorda un tweed all’aria aperta (100 ml, 168 euro, robertpiguetparfums.com)

Robert Piguet Bandit è un chypre floreale del 1944. Cuoio verde quasi aspro, potrebbe ricordare un tweed all’aria aperta. C’è l’1% di chinolina, molecola di asciutto e terroso che richiama la violetta. Il naso che l’ha creato è femminile, Germaine Cellier, ma è indossabile anche da un uomo per il suo carattere rude. Con il tempo, la fragranza ha una grande evoluzione, termina con note muschiate, oltre a una piccola sensazione più gentile che ricorda un fiore bianco.

Christian Dior Leather Oud, dalle note cuoiate animali (125 ml, 198 euro, dior.com)

Christian Dior Leather Oud è un cuoiato animale del 2010. L’oud, molto usato nei Paesi orientali, è una materia preziosa in quanto si ottiene da un albero di aquilaria attaccato in maniera naturale da un fungo. Il naso della casa francese è François Demachy. Note animali avvolgono un cuoio vissuto che potrebbe ricordare i finimenti di un cavallo. Le note pungenti in apertura sono riconducibili al cardamomo.

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